CSC: il caro energia e l’impatto sul Pil 2022

10 marzo 2022

Secondo il bollettino congiunturale di gennaio del Centro Studi Confindustria, le incognite sulla risalita dell’economia italiana sono diventate più fitte a inizio 2022. Con l’impennata dei prezzi dell’energia, i margini erosi, la scarsità di commodity e l’aumento dei contagi, il Pil – già stimato in frenata nel 4° trimestre 2021 – potrebbe infatti subire uno stop nel 1° trimestre (-0,8% l’impatto su base annua).

Il rincaro dell’energia colpirà in particolare il manifatturiero, la cui produzione è attesa in flessione dopo il +0,7% medio registrato a ottobre-novembre. “Il costo insostenibile del gas (+723% a dicembre sul pre-crisi) e dell’elettricità in Italia, sommandosi ai rincari degli altri input, sta causando temporanee chiusure di Imprese nei settori energivori”, sottolinea il CSC. Per quanto concerne invece i servizi, l’elevato numero di contagi sta frenano soprattutto il turismo e gli spostamenti delle famiglie. Ciò potrebbe frenare nuovamente le spese fuori casa, con il recupero dei consumi (gap di -3,6% dal pre-crisi, tutto nei servizi) che rischia di interrompersi.

Luci e ombre anche per il nostro export: dopo una robusta ripresa della domanda estera nell’ultima parte del 2021 (+2,2% in valore a ottobre-novembre) lo scenario per l’anno in corso è molto incerto, viste le difficoltà nelle forniture e le pressioni sui prezzi. A preoccupare maggiormente gli analisti del CSC sono il clima di sfiducia e timore che serpeggia nell’Eurozona e la frenata dell’economia USA – dove lo scorso anno si è registrata una flessione inattesa della produzione industriale (-0,1%) -, mentre i Paesi emergenti (Cina e Russia in particolare) stanno crescendo a un ritmo troppo basso rispetto alle aspettative.

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